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“La minoranza di Rifondazione rifiuta di fare i conti in modo serio con le proprie responsabilità”
“Usciamo dalla maggioranza”
Azzarà chiede a Pdci e Rc di lasciare Corbucci per ricominciare come comunisti uniti
Urbino A poche settimane dalla tornata amministrativa elettorale di Urbino non si quieta la rabbia della sinistra radicale. Rifondazione Comunista, per dirla chiara l’area dell’ex assessore Donato Demeli, assieme al Pdci non hanno ottenuto che polvere. Hanno provato a mettersi d’accordo con l’Idv proponendo in giunta un personaggio di notevole spessore, Gualtiero De Santi. L’Italia dei valori ha risposto picche: “Eccellente persona De Santi, ma non ci rappresenta”. Punto e a capo. L’ala radicale di Rc, con Stefano Azzarà, azzanna i compagni: “E’ necessario che Rifondazione, per quel che conta, visto che ormai è diventata una forza marginale, annunci al più presto l′uscita dalla maggioranza di Corbucci e stabilisca un rapporto con l′opposizione di sinistra, per poi dedicarsi a quel lavoro di immersione nella società e di ascolto dei conflitti che può forse consentirle di rimettersi in piedi”.
Ma la linea Demeli?
“La minoranza di Rc rifiuta di fare i conti con le proprie responsabilità e in maniera infantile cerca con attacchi ad personam solo scuse e capri espiatori per una sconfitta che è tutta politica ed è tutta frutto della sua incapacità di direzione. In questi anni la minoranza ha trasformato Rifondazione in uno scendiletto del Pd, replicando un vizio che purtroppo non è solo di Urbino ma è stato la causa principale del nostro declino sul piano nazionale, a partire dall′esperienza fallimentare del governo Prodi”.
Invece di che cosa?
“Invece di interpretare il malcontento dei cittadini e in particolar modo dei settori più deboli della nostra città, la minoranza ha coperto sempre e comunque Corbucci, nonostante questi abbia governato male (come dimostrano i 14 punti persi) e abbia sistematicamente umiliato Rifondazione. Mentre gli elettori se ne accorgevano, la minoranza è rimasta pervicacemente chiusa nelle stanze dell′assessorato e ha perduto un′occasione irripetibile, lasciando a Maurizio Gambini quel ruolo di opposizione che proprio Rifondazione avrebbe dovuto e potuto svolgere, se avesse avuto il coraggio di lasciarsi alle spalle il moderatismo e la subalternità di alcuni suoi esponenti. E′ lo stesso fenomeno che sul piano nazionale ci ha fatto perdere consensi verso Di Pietro, consensi che sarà molto difficile recuperare se non si cambia musica e non si diventa finalmente liberi dal Pd”
“Spiace ricordarlo, ma io li avevo avvertiti in tempo di ciò a cui sarebbero andati incontro. Così come sono stato io a costruire a Urbino quell′unità dei comunisti che la minoranza adesso rivendica ma che ha per anni avversato, salvo sposarla all′ultimo minuto solo dopo che il Pdci ha deciso, con una repentina e incomprensibile giravolta, di appoggiare Corbucci. Pur essendosi appropriata illegittimamente del nome ed essendosi attirata per questo non poche critiche, la minoranza è inoltre del tutto ignara del percorso nazionale dei Comunisti Uniti - nati subito dopo le elezioni politiche del 2008 per unire i comunisti ma anche per favorirne l′autonomia dal PD - di cui io sono uno dei primi sottoscrittori e dei quali sono attualmente garante nazionale”.
EUGENIO GULINI,
Fonte: corriereadriaticonline.it
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