La più antica Memoria su Pieve di Cagna risale al 21 gennaio
1069 e cioè alla cosiddetta "Pagina Confirmationis" del vescovo d’Urbino
beato Mainardo che dona varie possessioni al Capitolo urbinate perché
possa lodevolmente assolvere i suoi compiti di servizio nella cattedrale.
E dunque una conferma di una donazione antecedente, forse del vescovo
Teodorico (1021-1049). Bisogna andare perciò indietro al mille per
l’origine, e essendo nominata "Pieve" e non cappella, bisogna andare
indietro di qualche secolo: anche il titolo "San Giovanni Battista"
suffraga l’ affermazione. Difficile dire con sicurezza l’ origine del
nome, non pare comunque "luogo da canne", accertato che il latino
medioevale le chiamasse così, forse può derivare dal nome di una potente
famiglia locale. Secondo la prassi antica la chiesa plebale, cui
accedevano per il battesimo anche le chiese del pievanato, era un poco
fuori dall’ abitato e qui era a un mezzo miglio nella località ancora
denominata "La Pieve"; il popolo per sua devozione pensò più tardi ad
erigere "un oratorio" dentro il castello intitolandolo alla Madonna.
Chiese filiali di questa Pieve erano: - Ognisanti - S. Apollinare (Girifalco) - S. Stefano in acqua viva - S. Lorenzo in Pagino (presso S. Donato) - S. Donato in Taviglione - S. Bartolo in taviglione - S. Silvestro in Spicchio Dalla S. Visita del 1612 la chiesa viene così descritta. Era assai ampia, di una sola navata, di forma quasi quadrata, col tetto a capriate, le pareti intonacate ed affrescate con immagini di santi, il pavimento a mattoni, due finestre ai lati dell’ altare maggiore, la porta maggiore di rimpetto a quello, la cui chiave era tenuta del colono per suonare l’ "Ave Maria"; c’era una porta minore per cui si andava al cimitero che in antichità era presso questa chiesa: molti sepolcri in questa chiesa. Sull’ altare maggiore v’ era affrescato il crocefisso, la Madonna, S. Giovanni Battista e altri santi. A sinistra v’ era un altro altare sotto l’ invocazione di S. Giovanni Battista e altri santi. Vicino alla chiesa, ma non attaccata, c’era la casa del colono della parrocchia. La torre campanaria costruita sopra la sacrestia, cui si accedeva per una porta posta presso l’ altare maggiore, di forma quadrata: sul campanile v’ erano due campane. Anime da comunione n° 100, in tutto 150 abitanti. Nella seconda metà del 1500, con l’ aiuto anche del parroco, si costruì la chiesa di S. Maria dentro il castello, dove già c’ era un affresco con sacre immagini. La chiesa ebbe tre altari: sul maggiore v’ era dipinto il crocefisso fra i santi Vitale, Rocco, Benedetto e Paolo, a destra l’ altare del Rosario con il quadro della Madonna eretto dalla "Confraternita del Rosario" fondata nel 1590, sulla sinistra v’ era il battistero con vaso in pietra di forma oblunga. La chiesa era una sola navata, sufficiente per la popolazione, con pavimento a mattoni, tetto a capriate, pareti coperte da pietra piperina e intonaco, una sola porta di ingresso, due finestre, una campana sul muro sinistro della chiesa e senza sacrestia: così la descrive la S. visita pastorale del Vescovo di Urbino del 24 ottobre 1612. Praticamente era questa la chiesa parrocchiale con danno però dalla Pieve che, trascurata, decadde e il 16 giugno 1822 venne abbandonata. Come detto in precedenza c’ era una chiesa anche ad Ognissanti la quale era una delle chiesi filiali della "Pieve", un cosiddetto "annesso". Era a una navata, si accedeva per un gradino, con il pavimento di mattoni e la copertura a travi scoperte. Alle pareti vi erano immagini di santi e le finestre erano munite di inferiate. Alla sommità una croce di ferro e sopra il lato destro dell’ altare era posta una campana. Il documento consultato parla di una chiesetta a cento metri dal palazzo dei maschi, detta "oratorio dei maschi" appunto perché apparteneva ai proprietari del palazzo che erano i signori maschi di Urbino. La chiesetta era di forma quadrata, larga sei piedi, con pavimento in mattoni, e il tetto a travi scoperte, vi si accedeva per uno scalino rialzato ed era dedicata a S. Maria, dipinta nella parete con S. Giovanni Battista e S. Francesco. In essa si celebrava la messa nei giorni festivi e in altri giorni anche feriali a seconda del comodo dei signori maschi, siccome questa chiesina distava dalla chiesa parrocchiale della Pieve circa duecento passi, quando non vi era la messa qui non c’era nella parrocchia. Intorno al 1700 si fondò la "Compagnia del santissimo Rosario", essa possedeva il mulino di Ca’ Sartino e il monte frumentario, un istituzione benefica con un capitale in grano proveniente da donazioni e che veniva dato in prestito a chi ne aveva bisogno. Sul libro si legge: "Detta compagnia del Santissimo Rosario della Pieve di Cagna aveva, entro il castello, una chiesa sotto il titolo del rosario, posta sulle mura castellane a levante. Questa era piccola, vecchia e poco bella, onde il signor Arciprete Don Michelangelo Cesarotti pensò nel 1789 di far fabbricare una nuova chiesa nel centro detto castello più a levante". Dal proposito si passo poi alla realizzazione e in un " Registro dei Battesimi" è stata ritrovata una informazione il latino riguardante la costruzione della chiesa attuale, riportata qui sotto in italiano: " Non sia fatto strano se nel trascorso anno 1795, non fu qui annotato nessuno dei battezzati. Si sappia che in questo tempo la chiesa situata nel castello nella quale per trecento anni e più anzi, anzi da tempo immemorabile, il santo sacramento del battesimo era amministrato dai parroci, cadde a terra e così nel luogo dove esiste fu ricostruita in modo più decoroso e sicuro. Nella costruzione delle fondamenta dal sacro tempio, per vari ed improvvisi eventi, fu impiegato quasi un anno e mezzo. Per questo motivo diedi facoltà al popolo di accedere liberamente in qualunque parrocchia per battezzare i fanciulli. Nell’ ottobre dell’ anno 1795 la nuova chiesa fu benedette sotto l’ invocazione di Maria Vergine del Rosario dall’ illustrissimo Vicario Carlo Antonio Callisti". Fu costruita su disegno dell’ urbinate Vincenzo Ninni (1751-1825), misurando m. 14 di lunghezza e m. 5.60 di larghezza con tre altari dedicati a S. Giovanni Battista il maggiore, alla Madonna del rosario e a S. Francesco da Paola gli altri due. Dei vecchi quadri attualmente ne esiste uno: L’ attuale tela con S. Giovanni Battista sull’ altare maggiore viene da S. Giovanni in pozzuolo e fu dipinta dall’ urbinate Francesco Antonio Rondell (1759-1848). Nel 1808 secondo una notizia rinvenuta sul libro della compagnia del Rosario venne costruita la sacrestia: " Fu fatto il consiglio, a cui essendo intervenuti quasi tutti i capi di casa e confratelli della compagnia, dopo che il priore e per lui l’ arciprete, disse essere in sue mani qualche scudo d’ avanzo e proposta di fabbricare la sagrestia e conosciuta la necessita perché le corde stanno fuori e non si poteva suonare quando piove, e quando il tempo minaccia tempesta, perciò fu risolto che si principiasse a fabbricare detta sagrestia…………Onde fu dato principio a questo lavoro e fu speso circa 25 scudi. Dai quali fu reso conto al Sig. Filippo Pasqualini demanio del governo Francese, e siccome restavano nelle mani del Priore altri Baiocchi; questi furono incassati da il governo di Napoleone e la compagnia restò senza fondi, senza capi, senza entrata alcuna". Altre notizie più recenti che si sono rinvenute si riferiscono al lavoro fatto dallo zelante Arciprete Don Crescentino Agostani (a cui è dedicata una lapide sulla parete destra della chiesa) che tra il 1856 e il 1860 allungò la chiesa di m. 4.50 rialzando in avanti la facciata con gradini, costruì l’ orchestra sopra l’ ingresso con organo dello Sgarzi del 1743 ed eresse il campanile arricchendolo di quattro campane, tre delle quali erano della chiesa della Santissima Trinità di Urbino. Inoltre unì la chiesa alla casa per mezzo di un corridoio di congiunzione e fece la nuova sagrestia. L’ Agostini lasciò tra gli arredi sacri un bel velo omerale, una ricca pianeta rossa di raso a fiori. E siamo al 1944 quando nei quattro giorni di aspro combattimento nel paese (28 agosto- 1 settembre) viene distrutta la chiesa dalle cannonate degli inglesi, è così che nel 1946 si iniziano i lavori di ricostruzione, si rifarà una parte del campanile, si ricopre parte della chiesa spendendo lire 450.00. I lavori sono ultimati solo nel 1949 con la facciata, il portico laterale e l’altare maggiore di marmo del geometra L. Mazzocca. Dal libro storico 1939/1955 1944 E l’anno del fronte. La lotta politica (partigiani-fascisti) paralizza un po’ anche la vita religiosa. Il 3 luglio: rastrellamento dei fascisti: prendono e portano via molti giovani. Uno di questi viene fucilato alla schiena presso la chiesina. Gli hanno negato anche l' assistenza del sacerdote nonostante la resistenza del parroco. 28 luglio Rastrellamento dei tedeschi-fascisti ..L’ intervento del parroco può salvare la casa di cal monchetto e di ottenere migliori trattamenti e poi la liberazione di molti giovani rastrellati 28 agosto 1 settembre 1944. 4 giorni di aspro combattimento nel paese occupato casa per casa. Il parroco è salvo per miracolo. Una sola vittima fra i civili. Viene distrutta la Chiesa la Chiesina e molte case dalle cannonate degli inglesi. Furono giorni di grandissimo pericolo e spavento. 1945 Non c’è più la Chiesa. Viene adibita a Chiesa un’ aula scolastica. Da: "Pieve di Cagna Flash" gennaio 1982 ......1949, vengono ultimati i lavori alla chiesa parrocchiale distrutta dalla guerra. "Caratteristica la facciata; il portico laterale; l' altare di marmo..." Oramai Pieve di Cagna si era lanciata verso il progresso, e nello anno con il Natale tutti i cittadini festeggiarono la corriera, l' acquedotto e la luce elettrica!!! Presi da manie di grandezza si accorsero, con l' arrivo della luce elettrica, della mancanza di un cinematografo. Sorse vicino alla chiesa con un nome pieno di suggestione: nel giugno del '50 abbiamo una sala di proiezione chiamata "Excelsior"......Ed ecco il pezzo forte del racconto: il 12 aprile 1953 c'è l' apertura dell' ufficio postale. In questa occasione sono presenti: il prefetto, il sindaco e alcuni parlamentari. Nel '54 dal 1 al 15 febbraio, l' inverno tocca punte eccezionali per il freddo ed abbondanti nevicate, il paese era in uno stato direi di "emergenza": tutto era bloccato e completamente isolato tra la neve, per alcuni giorni da Urbino. Ci sono dei malati ed i viveri scarseggiano, 60 operai del paese, con vero spirito di solidarietà nei giorni 6 e 7 febbraio, con le pale hanno aperto 10 km di strada coperta da oltre 50 cm di neve. L' evento fu davvero eccezionale, perché sul Resto del Carlino del 11/01/54 apparve un articolo sulle condizioni del nostro paese.....Ed ecco nel giugno del '55 un' altro passo avanti per il paese: finalmente anche noi avremo il telefono! "Royal Tank regement " Diario di guerra inglese Appendix September 1944 CO: Lt Col Sep 44 6th Royal Tank Regiment - Appendix B Sqn - OC Major KV Fidler MC 1/9/44 5 Tp remained in Pieve di Cagna, slight shelling. 2/9/44 5 Tp remained in position – enemy withdrawn. 8 Tp recovering tanks. 6 Tp relieved 5 Tp in afternoon and 5 Tp moved forward to Barbara. 3/9/44 5 Tp moved to Rocco 8368 and engaged enemy to NW. 4/9/44 6 Tp at Pieve di Cagna. 8 Tp finished recovering tanks. Quiet day as the enemy withdrawn. 5 Tp still in position but the enemy not engaged. 5/9/44 8 Tp returned from Pieve di Cagna to 8563 and were later relieved by a Tp from HQ. 5 Tp remaining in position. "Reggimento reale carrarmati" Appendice Settembre 1944 CO: Lt Col Settembre 44 6° reggimento reale carrarmati- Appendice B Sqn - OC Maggiore KV Maresciallo MC 1/9/44 5 Truppe rimangono a Pieve di Cagna, piccolo bombardamento 2/9/44 5 Truppe rimangono in posizione- nemico ritirato. 8 Truppe recuperano i carroarmati. 6 Truppe soccorrono 5 truppe nel pomeriggio e 5 truppe si muovono verso Barbara (Santa Barbara) 3/9/44 5 Truppe si muovono verso Rocco 8368 e iniziano la battaglia con il nemico a NW 4/9/44 6 Truppe a Pieve di Cagna. 8 Truppe finiscono il recupero dei carroarmati. Giorno tranquillo e il nemico ripiega. 5 Truppe rimangono in posizione ma il nemico non inizia la bataglia 5/9/44 8 Truppe ritornano a Pieve di Cagna da 8563 che verranno soccorse da truppe dal quartiergenerale. 5 Truppe rimangono in posizione. <([si ringrazia per la minuziosa ricerca storica il signor GIANNOTTI PAOLO di Pieve di Cagna])> |